15. Caldo/Freddo


Una delle prime immagini della versione originale manoscritta del testo dell'architetto Antonio Averlino detto il Filarete, Trattato di architettura (c. 1464), Polifilo , Milano è quella altamente simbolica di un uomo nudo su un lembo di terra che si dispera per non trovare riparo dalle intemperie. Un senso di inclemenza della natura trasmette questa immagine. Con esigenza prima di riparo, e da nulla altro,l'architeto rinascimentale giustifica il carattere necessario dell'architettura.





All'esigenza primaria di riparo nei secoli si è associata quella di comfort. Ed è stata risolta in vari modi sempre legandola alla percezine di calore. Questo è per esempio il caso di una stua tipica delle case di montagna dell'arco alpino: in sostanza un letto a baldacchino disposto sopra una fonte di calore, una stufa in terracotta che però riceve alimento e convoglia i fumi non nel locale dove trova sede.





Anche nelle case da nobile venivano adottate particolari soluzioni di comfort legate alla sensazione di tepore: è il caso dell'alcova, spazio confinato interno a una stanza che veniva isolato da pesanti tendaggi con lo scopo di garantire la minore dispersione possibile di calore durante il riposo notturno.





Con l'introduzione agli inzi del secolo scorso nelle case dei sistemi radianti a termosifone si tene a restituire uniformità di temperatura a tutti gli ambienti domestici e gli stessi elementi radianti cercano di issere integrati nelle soluzioni di arredo o addirittura architettoniche, come in questo caso: l'alloggio dell'architetto Victor Horta a Bruxelles.





L'architettura e l'edilizia di oggi hanno tuttavia abusato dell'esigenza di restituire ugiale temperatura a tutti gli ambienti e di conseguenza impoverito l'idea stessa di comfort. Questa immagine rappresenta un paradosso: la fotografia all'infrarosso evidenzia con differenti gradazioni di colore la dispersione termica della casa, dall'interno verso l'esterno. Al dispendio di calore è lagato una sorta di appiattimento delle sensazioni: la temperatura, sempre uguale e spesso superiore al necessario fa dimenticare che il maggiore grado di benessere è legato alla temperatura delle murature e non degli elementi radianti.




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14. Rigido/elastico


Di fronte alla rigidità dei materiali che connotano da sempre l'architettura occidentale (pietra, mattone, cemento, ferro e vetro), connessa alla loro durata, ciò che risulta essere elastico alla percezione tattile sembra che rimandi inevitabilmente all'effimero, come questo telo di plastica disposto probabilmente allo scopo di riparare temporaneamente le merci di un mercatino di strada dalla pioggia. ...Una sorta di velo che rimanda alla forma primordiale del riparo a capanna: forse è per questo senso ancestrale che comunica il desiderio di sfiorarlo.




Vero e proprio gioco di scambio, quello di sostituire forme che in genere si è abituati a percepire come rigide (i ripiani di una scaffalatura, magari di una libreria) con elementi elastici che non hanno alcuna relazione visiva con l'oggetto a cui sembrano in prima istanza alludere. Eppure, a parte il gioco, non siamo in presenza di un completo non senso. Ciò che sembra suggerire questo esempio è l'esigenza di giungere a inventare nuove funzioni a partire dal tatto. Non potrebbe essere per esempio questo il contenitore di oggetti rigidi le cui caratteristiche permettono all'oggetto stesso di affossarsi sul "ripiano"?




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13. Dritto/curvo


L'assenza di angoli in un "morbido" paesaggio..., così come una strada senza incroci, che segue le linee di crinale delle colline..., il percorrerla anche con l'automobile rimanda al cullare delle onde del mare, non la tempesta o la bonaccia piena ma onde lunghe non troppo agitate. Forse il ritmo di tale percorso può essere avvicinato, nell'alternarsi degli spostamenti a destra e a sinistra, a quello del quieto respiro di ognuno di noi.




Al contrario un turbinio di curve nello spazio, e il tentativo di percorrere un luogo dove ogni superficie e ogni linea con cui si viene a contatto rimandano a un senso ossessivo di vana ricerca di un centro fisso o di un termine ultimo in un angolo retto. La mappa mentale che può essere ricomposta al tatto non può che generare smarrimento, come quando ci si perde nei nostri pensieri.




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12. Ascendente/discendente


Il Gugghenneim Museum di New York di Wright è forse l'esempio più eclatante di architettura in cui il senso dell'ascesa è legato a un percorso continuo fra le opere. Al di là del criterio espositivo, oggi giudicato da alcuni obbligato (salvo non considerare la storicità dello stesso e il suo essere opere fra le opere), la leggera salita della rampa comunica un senso di elevazione spirituale man mano che il percorso si addentra nella contemplazione.




Repentina discesa, quasi a capofitto, comunica invece questa scala di servizio con i gradini sfalsati per occupare la metà dello spazio in pianta.




Questo paesaggio che sembra dipinto e non l'effetto di uno scatto fotografico, trasmette probabilmente un senso di dolcezza nel percorrerlo: non andamenti rettilinei, non forti ascese e discese, non impedimenti fra una zona e l'altra, ma morbide curve, deboli pendii e declivi e una differenza di materiali del suolo appena percettibile sotto la suola delle scarpe. E' ciò che rende l'esperienza percettiva del vagare in questo spazio un piacere al tatto.




Il contrario dell'immagine precedente è invece questa interruzione: taglio artificiale praticato in una superficie che non ha più nulla di naturale, elemento polemico, forse, che non allude più alla collina circostante ma trasmette il senso della violazione del luogo. Non a caso chi lo percorre si trova in situazione di pericolo sul tetto-suolo senza ripari per la caduta.




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11. Stabile/instabile


La copppia stabile/instabile è stata lom spunto per originali realizzazioni. Si tratta infatti del raggiungimento di un equilibrio fisico e percettivo fra stabilità e movimento, fra permanenza e trasformazione.
Il primo esempio è un mobile realizzato da Pierre Chareau per la Maison de Verre a Parigi. Un perno centrale con funzione di cerniera è il pretesto per disporre una serie di ante apribili e chiudibili con leggere pressioni in senso orizzontale. Il movimento è poi replicato dalla possibilità di scorrimento a cassetto dei ripiani.




Differenti configurazioni dello stesso oggetto, aperto, chiuso, o in posizioni intermedie, danno la possibilità, attraverso semplici pressioni di un gioco continuo, di assetti tutti accettabili e per questo tutti transitori.




Questi disegni sulla rena, sorta di Mandala, accentuano il senso dell'impermanenza trasmettendo l'idea che un semplice tocco, come un soffio di vento, possano rovinare l'armonia delle linee e delle forme.





E' lo stesso elemento della composizione: la sabbia modellata per resistere in quell'assetto solo qualche ora a rendere evidente, come per sottrazione, la mancanza di solidità. I siingoli elementi sono impermanenti in quanto soggetti allo scorrimento uno sull'altro. Il sasso al centro della seguente immagine per contrasto enfatizza una solidità data semplcemente dall'aumento delle dimensioni dell'elemento.





La seguente è la trasposizione in una elementi architettonici delle due precedenti immagini. Un precorso definito rappresenta l'elemento di solidità, l'intorno l'instabile, il modificabile al semplice tocco.



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10. Pieno/Vuoto


Ancora un architetto dell'illuminismo rivoluzionario e ancora Ledoux: la celeberrima Casa delle Guardie campestri, nella sua forma totalizzante di sfera "bucata" solo dalle aperture a serliana esprime il senso tattile del pieno e del vuoto. E' il tema della compiutezza legata al tatto: la rotondità stessa delle sfera rimanda al volume esterno, come forma fra tutte più facilmente riconoscibile; il racchiudere entro uno spazio curvo che rimanda in ogni caso ad un unico centro rende rassicurante la percezione interna.





Questo esempio di instalazione architettonica che riproduce alcuni schemi e modi compositivi dell'architettura orientale giapponese (leggere pareti come diaframmi di caldo legno che lasciano penetrare la luce e il calore) è complementare al precedente. Piuttosto che reciproca esclusione è qui evidente la compenetrazione fra interno ed esterno in modo che vuoti e pieni si annullino reciprocamente, o meglio, rimandino in primo luogo a schemi della mappa tattile mentale e visiva.






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09. Pesante/leggero


Una scala a chiocciola il cui sviluppo elicoidale rimanda alla composizione e forma del DNA umano. Il senso di leggerezza è dato dalla riduzione ai minimi termini possibili dei singoli elementi. Ma ciò non è sufficiente a restituire una sensazione tattile, che è invece data pienamente dall'ascesa.





Eseguire con un materiale differente e più solido e duraturo,come il ferro battuto, ciò che era stato progettato e probabilmente inizialmente realizzato in corda, non è un semplice espediente per creare un singolare effetto di sorpresa tramite la sostituzione. Questa soluzione invece afferma la libertà del processo compositivo e al contempo restituisce la solidità tramite la leggerezza.





Molti sono gli esempi di architetture che tendono a restituire un senso di leggerezza, quasi nessuno perà che connoti in senso positivo un'architettura a partire da una sensazione di pesantezza, ancora meno al tatto. Ciò sembra essere del tutto giustificabile: se così non fosse si trasgredirebbe ai principi della statica. Ecco perché forse questa figura di sedia parzialmente sormontata da una massa informe non riesce a giustificarsi alla vista e al tatto: vero e proprio non senso.




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08. Solido/liquido


Ledoudx è forse l'architetto che ha posto in primo piano più di altri il ruolo dei sensi nell'architettura attraverso un progetto di riforma della stessa disciplina che coinvolge non solo gli aspetti sociali (il sogno di una nuova società), ma l'intero rapporto dell'uomo con la natura. La casa del guardiano del fiume qui rappresentata è letteralmente attraversata dal corso d'acqua. Anzi la cascata che la costruzione produce è il centro della composizione. All'uomo, nella veste simbolica del guardiano delle acque, spetta un compito che non è solo di sorveglianza, ma di vicinanza, e dominio della sua forza che non può non esprimersi altro che con una vicinanza sensoriale. L'immagine risuona del cadere delle acque, trasmette una sensazione di freschezza messa a disposizione da una forza primigenia.





La villa di Caprarola è forse uno degli esempi che meglio coniuga il gioco fra l'elemento solido rappresentato dalla pietra degli edifici e delle fontane e l'acqua che si compone in zampille e forme giocose. In questo aso sono altri sensi: la vista e l'udito che richiamano al tatto per la sensazione di frescehzza che tali giochi innescano nella memoria individuale.





Un casa le cui fondamenta sorgono dall'acqua, oppure una casa semplicemente adagiata sull'acqua rappresentano più che un immaginario collettivo: si tratta di un elemento onirico presente forse in ogni individuo: la quiete della superficie su cui posare lo sguardo da una posizione protetta come la propria dimora rimanda alla profondità nascosta sotto la superficie stessa, come il conscio rimanda all'inconscio.




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07. Continuo/spezzato


Continuo/spezzato, coppia solo apparentemente secondaria, ma ricca di implicazioni (e sorprese).

Il labirinto del Faro di Lequeu è un esempio strardinario. Nella circolarità prevalente della composizione si esprime in questa coppia la metafora della vita. Le spezzature e i ritorni del labirinto sono preludio al compimento di una ascesa continua e regolare (sempre circolare) per giungere in modo stabile al compimento visivo. Dal tatto alla vista e viceversa, in ciò la memoria assume il significato di capacità di elaborazione razionale che pone in gioco tutto l'essere.





La cultura moderna, e con essa l'architettura, mostra tuttavia questa coppia scissa nei suioi termini, a volte anche in contrasto. La danza intorno alla macchina distrutta del film Metropolis di Lang enfatizza all'estremo questo contrasto.




può ben essere associata a questa immagine di cittò di Citroen.



In entrambi i casi lo spezzato rimanda non a caso a una stagione archetipica della continuità tattile prima ancora che visiva ed è proprio questa rottura, vissuta come perdita a essere motivo ideativo fertile. Nell'ambito del neoplasticismo, è noto il caso del dipinto di vanDoesburg "Costruzione colorata".



che richiama alla realizzazione di Rietvelt di casa Schroder a Utrecht.



In entrambi i casi si tratta della composizione di superifici e piani continui in forme e volumi spezzati se considerati nelle reciproche relazioni. Non nuova è dunque la realizzazione di Frank O Gery "Dancin house" a Praga: si avvere la sostituzione e composizione delle forme anziché ad angolo retto, secondo studiate dissimmetrie e angoli acuti o ottusi.




Più convincente è la realizzazione di Gabetti e Isola ad Ivrea: una parete continua che spicca dal rilievo del terreno, spezzata in modo rigolare e ritmato da elementi verticali. Nalla sua essenzialità può essere considerata di molte architetture che fanno ottengono attraverso la simmetria e la regolarità compisizioni di elementi continui e spezzati. Spesso questo effetto è però ottenuto in termini visivi dimenticando che al tatto rapprresenta nelle sue studiate regolarità, una sorta di scrittura.




Circostanza ben capita da Burri nella realizzazione del Cretto di Gibellina: la topografia dell'antico centro distrutto dal terremoto è riprodotta visivamente, ma soprattutto tattilmente con la possibilità di accesso e percorrenza: la memoria tattile trova qui alta espressione artistica.




Non a caso la scrittura per ciechi replica in miniatura, anche se per tutt'altre ragioni, la memoria tattile e spaziale. Questo qui di seguito è per esempio un caso in cui la miniaturizzazione di un percorso topografico è associata alla scrittura braille.




Numerose sono poi le suggestioni che la dicotomia continuo/spezzato potrebbe fornire all'architettura. Un albero tagliato di netto, con le radici beni piantate nella terra che si protendono nell'acqua. Chiudendo gli occhi e potendo toccare non si può non pensare al senso di violenza che trasmette la superficie continua del taglio dell'albero.




Parete continua e pavimento spezzato: uno dei tanti elementi di variazione tattile, qui prima tattile che visiva.



Al contrario qui la variazione si percepisce come prima visiva, poi tattile.



Rispetto al precedente, questo esempio risulta fuori accordo, come se esistesse una scala, non ancora codificata, di misura della sensazione. La spezzatura è esibita, composta come un insieme di rovine improbabili in quanto tenute assieme con supporti metallici. Ancora predomina il senso visivo.




Se si considera invece questa colonna nel parco archeologico di Selinunte, la spezzatura è comprensibile attraverso il ricordo dell'evento naturale e di conseguenza più accettabile.




Così come nella sua ironia è accettabile questa costruzione anonima ma non per questo significativa che non a caso mostra la spezzatura come ricordo di un accidente, di una sorta di rovina.




Numerosi sono i casi in cui questo tema è svolto, a volte inconsapevolmente, nella città contemporanea: un selciato (si ricorda qui la citazione di Proust), piuttosto che le tessere irregolari di un mosaico.






Di questa presenza i più accorti architetti ne hanno fatto motivo di attenzione e qualificazione delle loro realizzazioni. Si ponga attenzione, fra i tanti esempi, a questo particolare della casa di abitazione di Mario Ridolfi.




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06. Morbido/duro


Alla coppia morbido/Duro è associata l'idea della manipolazione, del toccare agendo sulla materia, modificandola di quel tanto che la stessa materia consente senza che l'architettura perda le sue caratteristiche stabili.


Ancora il Neoclassicismo trasmette in modo completo una idea di architettura sensoriale legata al tatto. Nei girdini di Cerere di Lequeu, la costruzione di una edicola circolare interamente in materiale vegetale invoglia a una presenza tattile che comunica freschezza, armonia semplicità. Questa caratteristica è ottenuta rappresentando un oggetto in gener costruito in pietra, con le foglie di una siepe rigorosamente delimitata entro un disegno equilibrato.




La sostituzione di un materiale freddo, come la pietra, prima ancora che con colori, con elementi, involucri morbidi, per significare una sorta di impacchettamento anti-urto (della vita moderna?) è caratteristica delle opere di Christo (qui si tratta del Pont des Arts di Parigi). Nulla di nuovo dunque se si considera l'esperienza precedente.




Più convincenti sembrano essere i giochi e le installazioni che dall'arte concettuale hanno cercato di trovare legame con gli spazi/ambienti espsitivi. In questa installazione, è consentito il toccare attraverso un invito al gioco, allo stendersi sugli elementi esposti e dondolare il proprio corpo. Ma ancora, in qualche modo, il richiamo all'elemento naturale è lasciato alla sorta di ragnatela irregolare dei teli stesi.




Nelle architetture contemporanee realizzate sono tuttavia scarse le attenzioni al rapporto morbido/duro. In questo edificio l'elemento naturale/vegetale, in contrasto con l'artefatto in metalle e pietra non assume più del ruolo di rivestimento. In tale sensa l'iniziale sensazione tattile è smentita dalla sensazione diretta del toccare, in cui non si può fare a meno di rilevare la superficie dura di contatto della muratura. In questi "Giardini verticali" di Patrik Blanc a Barcellona, tali caratteristiche vorrebbero essere addirittura nobilitate da una sorta di ecologismo, che tutavia non convince: si pensi al ben diverso senso evocativo di una parte di una vecchia casa ricoperta di edera.




Invece troviamo suggerimenti utili per l'architettura nella Land art, non a caso prodotta con elementi naturali. Si pensi alla differente sensazione tattile che possono dare queste sosrte di arnie di paglia in rapporto ai rami. Le sensazioni tattili anzi qui si affinano nel gioco di regolarità/irregolarità degli elementi. Il toccare non può che rimandare a sensazioni di gioia e allegria nel trascorrere del tempo percorrendo questa immagnifica barriera.




Fra Land art e Trash art: il semplice gioco di suggestioni tattili a cui rimanda l'accostamento di materiali di recupero naturali e antropizzati pone in luce il significato del ricordo tattile proustiano in inedite combinazioni. Può essere considerato un suggerimento anche per l'architettura, certo non quella ufficiale e patinata delle riviste. Ma quanti sono i casi di restauro e recupero dei vecchi edifici? Molto spesso la loro qualità è dettata proprio dalla cura con cui vengono conservate le più minime tracce, fra cui quelle materiche e tattili, che assumono anzi valenza autonoma, avendo perso molti elementi architettonici la loro funzione originaria.




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