02. Marcel Proust


«Quando mi svegliavo così, mentre l'esser mio s'agitava per cercare di sapere dove fossi, senza riuscirvi, tutto girava intorno a me nel buio: le cose, i paesi, gli anni. Il mio corpo, troppo intorpidito per muoversi, cercava secondo la natura della sua stanchezza di ritrovare la posizione delle proprie membra per dedurne la direzione della parete, il posto dei mobili, per riuscire a dare un nome alla dimora dov'era. La memoria di sé, la memoria delle proprie costole, dei ginocchi, delle spalle, gli metteva dinanzi successivamente molte delle camere dove aveva dormito, e frattanto gli invisibili muri, mutando di posto a seconda della forma della stanza immaginata, gli turbinavano intorno nelle tenebre»
Marcel Proust, La strada di Swann, in: Alla ricerca del tempo perduto, vol. I, Einaudi, Torino, 1961, p. 8



Compito da svolgere.

Architettura e percezione: Proust definisce la relazione fra tatto e memoria, come se le tracce di ciò che abbiamo toccato rimangano sulla superficie del corpo per poter rinascere in certe occasioni e produrre riferimenti durevoli che legano alla realtà. Trovi semplici elementi percettivi legati alla sensazione tattile il cui praticarli riporta alle sensazioni provate in altri luoghi? Per esempio caplestare un particolare tipo di acciottolato, camminare sulla sabbia, toccare una superficie calda o morbida. Spesso queste sensazioni rimandano a momenti di felicità. Sei in grado di descrivere qualcuno di questi momenti in modo da trasmettere a posteriori con le parole l'attima a cui essa è legata?
Dopo evere eseguito ciò, ritieni che vi siano elementi di accordo con la frase di Proust citata? Quali in particolare? (non più di una cartella).


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